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Artrite reumatoide, controllo dell’asse miR-34a/AXL nelle cellule dendritiche mediante gli antagomiR anti-34



Ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Fondazione Policlinico A. Gemelli di Roma, in collaborazione con l’Università di Glasgow ( Scozia, UK ), hanno scoperto un importante interruttore molecolare della malattia, una piccola molecola che accende le cellule dendritiche.
Si tratta di miR34a, una piccola molecola che è il regolatore della funzione delle cellule dendritiche, che sono le cellule responsabili della risposta autoimmune nella malattia.

La ricerca è stata pubblicata di recente sulla rivista Nature Communications.

L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria progressiva con una incidenza tra lo 0.5% e l’1% della popolazione. Interessa primariamente le articolazioni e coinvolge tutti gli organi e apparati causando un aumento di morbidità e la riduzione dell’aspettativa di vita.
Colpisce più frequentemente le donne, insorgendo più spesso nella quarta-quinta decade di vita.
La base della malattia è una reazione autoimmunitaria, durante la quale cellule di difesa – i linfociti T e linfociti B - normalmente deputate a riconoscere ed eliminare agenti infettivi – riconoscono come nemiche molecole dell’organismo stesso e generano infiammazione distruttiva diretta contro le articolazioni e gli organi interni del paziente, nonché producendo anticorpi patologici ( autoanticorpi ) che danneggiano a loro volta le articolazioni e l’osso.

In precedenza in un lavoro sempre pubblicato su Nature Communications, lo stesso gruppo di ricerca aveva scoperto un grilletto molecolare nelle cellule B dell’artrite reumatoide che amplifica la sintesi di anticorpi patogeni nell’organismo dei pazienti e i processi infiammatori patologici.

Solo mettendo in equilibrio tutte le cellule anarchiche ( cellule B, linfociti T, macrofagi e cellule dendritiche ) il sistema immunitario può ritornare a funzionare normalmente.

Nel nuovo lavoro i ricercatori hanno studiato un’altra popolazione immune, le cellule dendritiche.
Queste sono state isolate dal sangue periferico, dal liquido sinoviale delle articolazioni e dal tessuto sinoviale che riveste le stesse articolazioni, dei pazienti affetti da artrite reumatoide; sono note essere responsabili della produzione di molte molecole pro-infiammatorie come TNF ( fattore di necrosi tumorale ), IL-17 ( interleuchina-17 ), IL-23 ( interleuchina-23 ) e IL-1beta ( interleuchina-1 beta ), e di presentare in modo potente eventuali autoantigeni.

La ricerca ha dimostrato che tali cellule sono ricche di microRNA-34a, soprattutto nel tessuto sinoviale dei pazienti con la malattia in fase iniziale, prima dell’inizio di ogni terapia anti-infiammatoria.

E' stato anche scoperto che miR-34a è in grado di sopprimere AXL che è un importante regolatore delle cellule dendritiche e che è carente in questi pazienti.

I ricercatori hanno poi ottenuto conferma della funzione cruciale di miR-34a nella malattia grazie allo studio di un modello animale di artrite: si è dimostrata la quasi completa resistenza alla malattia da parte di animali privi del gene per il miR-34a.
Le cellule dendritiche prive di miR-34a presentano una ridotta capacità di attivazione soprattutto nella risposta dei linfociti T autoreattivi, responsabili della cascata infiammatoria in corso di artrite reumatoide.

Il controllo dell’asse miR-34a/AXL nelle cellule dendritiche dei pazienti, attraverso inibitori selettivi ( gli antagomiR anti-34 sono già in fase clinica di sperimentazione in altra indicazione ), rappresenterà una strategia terapeutica in grado di ristabilire l’equilibrio immunologico e promuovere la risoluzione dell’artrite. ( Xagena Medicina )

Fonte: Policlinico Gemelli di Roma, 2017

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Per approfondimenti: Reumatologia.net http://www.reumatologia.net/


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